https://doi.org/10.3389/fpsyg.2019.00493
Questo articolo descrive uno studio in cui sono state confrontate le abilità linguistiche in due coorti di bambini bilingui (esposti a Italiano e Tedesco): bambini con normale sviluppo cognitivo e linguistico e bambini con diagnosi di Disturbo Primario di Linguaggio (DPL). Le caratteristiche ambientali relative all’esposizione linguistica, al livello socio-economico e alle caratteristiche linguistiche dei bambini inclusi nello studio sono state valutate con questionari e con la somministrazione delle versioni italiana e tedesca della Batteria per la Valutazione del Linguaggio in Bambini dai 4 ai 12 anni (Marini et al., 2015). Nel complesso, i bambini con DPL presentavano difficoltà nella memoria di lavoro fonologica e inferiori abilità lessicali in entrambe le lingue. Queste ultime contribuivano, tra le altre cose, alla riduzione dei livelli di coerenza locale e informatività dei loro campioni di linguaggio narrativo in entrambe le lingue.
I risultati di questo studio hanno implicazioni teoriche e cliniche. Da un punto di vista teorico, indicano che il disturbo nella capacità di selezionare le parole nel proprio lessico mentale sia uno dei sintomi principali del Disturbo Primario del Linguaggio (DPL) non solo in bambini monolingui ma anche in bambini bilingui simultanei. Inoltre, suggeriscono che tale difficoltà sia indipendente dalla lingua in uso dal momento che condiziona entrambe le lingue in modi simili.
Da un punto di vista clinico, questi risultati confermano la necessità di valutare accuratamente le competenze linguistiche dei bambini bilingui con test equivalenti tra le lingue da loro conosciute e suggeriscono di prestare particolare attenzione al ruolo di fattori ambientali (ad esempio, l’età di prima esposizione alle lingue conosciute dal bambino, il livello di esposizione ad esse, etc…) e cognitivi (ad esempio, il funzionamento dei processi della memoria di lavoro) e le loro potenziali ripercussioni sullo sviluppo e funzionamento linguistico del bambino con DPL. Infine, tali risultati costituiscono una ulteriore conferma dell’utilità di procedure di analisi narrativa multilivello nel tracciare il profilo linguistico complessivo del bambino che costituirà il naturale punto di partenza per la stesura di un adeguato percorso riabilitativo.